Dopo essersi laureato in Fisica allUniversità di Milano, ed aver lavorato per alcuni anni come ricercatore nellambito della fisica delle particelle elementari presso luniversità di Milano, dellIndiana e di Princeton Riccardo Giacconi diventava membro nel 1959 dellAmerican Science and Engineering (ASE). Questa compagnia privata in Cambridge (Massachussetts) contava a quellepoca ventotto impiegati. Giacconi ebbe come mandato di iniziare nellambito di ASE ricerche spaziali finanziate principalmente su fondi governativi. Nel 1970 il gruppo di Ricerca Spaziale diretto da Riccardi Giacconi in ASE aveva raggiunto le cinquecento unità. Le attività di questo gruppo spaziavano dalla progettazione del satellite, alla costruzione stessa del satellite, alla riduzione ed alla analisi dei dati nonche alla loro interpretazione. Tali ricerche erano comissionate e finanziata dal Dipartimento della Difesa USA e dalla Nasa.
Nel 1962 in un memorable articolo firmato da Riccardo Giacconi, Herbert Gursky, Paolini e Bruno Rossi si riportava la prima osservazione di una sorgente a raggi X al di fuori del sistema solare: questa osservazione segna la nascita della Astrofisica a raggi X. Nel 1963 Giacconi proponeva lo studio di un satellite dedicato alla astrofisica dei raggi X. Tale satellite veniva costruito fra il 1966 ed il 1970 e veniva lanciato nel 1970 dalla base S. Marco dellUniversità di Roma, realizzata da Luigi Broglio in Kenia. In onore della piattaforma italiana in Kenia il satellite prese il nome di "Uhuru", che in lingua swahili significa libertà. Questa missione segnò il raggiungimento della maturità nel settore dellAstrofisica a raggi X e diede la prima evidenza sperimentale della scoperta in sistemi binari sia di stelle di neutroni che di buchi neri, allinterno della nostra galassia. I risultati del satellite "Uhuru" segnarono in quegli anni il record mondiale delle citazioni scientifiche non solo nellambito della Fisica e della Astronomia ma in tutti i settori delle scienze naturali.
In quegli anni si sviluppa una serie di contatti scientifici fra Riccardo Giacconi e Remo Ruffini, allora allUniversità di Princeton. Tali interazioni permettono il confronto diretto fra i risultati osservativi ottenuti a Cambridge dal satellite Uhuru e le previsioni teoriche sulle stelle di neutroni, sul valore della massa critica e sulle conseguenze osservazionali dei buchi neri sviluppate a Princeton da Ruffini ed i suoi collaboratori.
In parallelo a questa attività veniva realizzata, in collaborazione con Giuseppe Vaiana, la prima missione spaziale dedicata alla emissione X del sole con un telescopio fatto volare a bordo dello Skylab.
Nel 1970 viene iniziato da Giacconi lo studio del primo osservatorio spaziale a raggi X che si concretizzò nel 1973 con la missione del Telescopio Einstein che verrà lanciato con successo nel 1978.
Nel 1973 Riccardo Giacconi e membri del suo gruppo vengono chiamati alla Università di Harvard in una delle maggiori acquisizioni mai compiuta da una Università Statunitense. Questa sezione di "astrofisica delle alte energie" alla Università di Harvard raggiungerà in pochi anni circa un centinaio di membri.
Nel 1975 le cognizioni raggiunte sia nel settore teorico che osservativo della "Fisica ed Astrofisica delle Stelle di Neutroni e dei Buchi Neri" vengono presentate e riassunte nella LXV scuola "Enrico Fermi" di Varenna diretta da Giacconi e Ruffini.
Oltre allo sviluppo di tutta la analisi dati da parte del gruppo diretto da Giacconi, lOsservatorio Einstein sviluppò dal 1978 in poi un nuovo programma per scienziati visitatori da altre università sia a livello nazionale che internazionale e raggiunse unattività per numero di partecipanti simile a quella dei maggiori osservatori nazionali operanti a terra. Questa missione condurrà oltre che ad un nuovo studio particolareggiato delle sorgenti galattiche anche alla identificazione delle prime sorgenti extragalattiche ed alla osservazione diffusa di raggi X dagli ammassi di galassie aprendo una nuova importante problematica nella evoluzione e formazione dei sistemi galattici in cosmologia.
Nel 1981 Riccardo Giacconi concludeva una prima fase di attività che lo aveva visto fondare e portare a maturità il campo della astrofisica a raggi X e ne iniziava una nuova: la Astronomia ed Astrofisica ottica spaziale. Nel settembre di quellanno Giacconi infatti accettava di diventare il Direttore dellistituendo Space Telescope Institute della Johns Hopkins University in Baltimora sempre negli Stati Uniti. Con la sua proverbiale energia e managerialità Giacconi in pochi anni faceva costruire lIstituto, ne selezionava i dipendenti che in pochi anni raggiunsero le trecentocinquanta unità, di cui un centinaio di astronomi. Lo scopo raggiunto era quello di avere la completa responsabilità dello Space Telescope per la gestione del telescopio e lo sviluppo di tutti i programmi di ricerca scientifica.
Anche nella situazione drammatica seguita alla scoperta del grave errore nella costruzione dello specchio dello Hubble Space Telescope, Giacconi con il suo istituto fornì la indispensabile guida tecnica e manageriale per disegnare lo strumento correttore COSTAR e portare con successo al ripristino delle attività del telescopio. In un certo senso anche questa attività segnò linizio di una nuova era nella ricerca scientifica spaziale: quella dellintervento di astronauti con attività extraveicolare sul satellite in orbita.
Nel 1985 Giacconi partecipa alla creazione di un Consorzio internazionale che promuoverà una attivita che si rivelerà negli anni successivi particolarmente importante per "la Sapienza": lICRA (International Center for Relativsitic Astrophysics). A tale Consorzio parteciperanno oltre che "la Sapienza" e lo Space Telescope Institute, anche lUniversità di Stanford, lUniversità di Washington, lICTP e la TWAS di Trieste, la Specola Vaticana e lUniversità di Hofei in Cina.
Avendo concluso son successo anche questa seconda attività della nascita e sviluppo della astronomia ottica spaziale, che ha modificato profondamente lo sviluppo dellintero campo astronomico e la visione stessa dellUniverso da parte delluomo, Giacconi affronta negli ultimi anni ancora una ulteriore sfida: la creazione del piu grande osservatorio astronomico terrestre con gli strumenti piu avanzati tecnologicamente e piu grandi al mondo.
Nel dicembre 1992 Riccardo Giacconi viene nominato Direttore Generale dellESO (European Southern Observatory) . Il progetto che dovrà essere portato a termine nei prossimi anni sarà quello del VLT (Very Large Telescope), un insieme di quattro telescopi di otto metri ciascuno che potranno essere usati sia singolarmente che nellinsieme come un interferometro.
In parallelo a questa molteplice attività che ha visto Riccardo Giacconi per ben tre volte leader mondiale nella creazione e sviluppo prima della Astronomia a Raggi X, poi della Astronomia Ottica Spaziale, ed infine del piu grande interferometro ottico terrestre, egli non ha mai dimenticato la ricerca scientifica fondamentale in cui ha continuato a dare contributi scientifici fondamentali attraverso oltre centocinquanta articoli di ricerca pubblicati su riviste scientifiche internazionali. Altrettanto importante e la sua attività didattica che si e manifestata nella pubblicazioni di vari testi sulla Astrofisica dei raggi X.
Ancora di particolare importanza per lItalia sono state tre attività recenti di Riccardo Giacconi:
nel 1987/1988 dirige listituto Donegani della Montedison,
nel 1991 viene nominato per chiara fama Professore di Astronomia allUniversità di Milano,
nel 1995 partecipa al Comitato presieduto da Carlo Rubbia per la ristrutturazione della Ricerca Spaziale in Italia.
Per questi contributi così unici nello sviluppo della conoscenza scientifica delluomo dellUniverso, per i suoi fondamentali contributi portati alla ricerca scientifica nei settori della evoluzione stellare e delle strutture cosmologiche, per la continua attenzione verso i problemi scientifici tecnologici e culturali dellItalia e de "la Sapienza" siamo lieti di proporre la laurea Honoris Causa in Fisica dellUniversità "la Sapienza" al Professor Riccardo Giacconi.
C. Bernardini
G. Diambrini Palazzi
R. Ruffini