CALIBRAZIONE SU STELLA ARTIFICIALE

 

 

Il miglior sistema per la messa a punto del sistema ottico è puntare una stella. Questo permette di avere un fascio di raggi paralleli, di intensità nettamente superiore al fondo, e senza dimensioni, dal momento che l'angolo sotteso dalle stelle è estremamente più piccolo del potere risolutivo del telescopio, senza contare l'effetto del seeing. Osservando perciò l'immagine di diffrazione fornita dal telescopio, sia a fuoco che fuori fuoco, si possono studiare le principali aberrazioni del sistema ottico, verificare il punto di messa a fuoco, etc  

esempio di PSF affetto da aberrazioni e fuori fuoco (sinistra) e PSF ottimale (destra).

In particolare si chiama PSF (point spread source) l'immagine che il sistema ottico fornisce di una stella, partendo appunto dal presupposto che la sorgente sia puntiforme. la risposta fornita dal sistema ottico dipenderà ovviamente dalle caratteristiche del sistema stesso: ostruzione, diametro, risposta angolare, razze di sostegno del secondario. A destra sono riportati gli andamenti 3D di luminosità per un Newton con 4 barre di sostegno per il secondario.

 

E' chiaro a questo punto che una qualunque sorgente andrà bene per una calibrazione e ottimizzazione del sistema ottico, purchè le caratteristiche geometriche del fascio in ingresso siano simili a quelle di una stella. Si definisce perciò stella artificiale un dispositivo, generalmente in luce riflessa, che fornisca immagini simili ad una stella. E' evidente che la necessità di raggi paralleli risulta molto stringente, tuttavia viene in aiuto il potere risolutivo finito del telescopio. Stelle artificiali in uso sono laser (soprattutto per monitorare le turbolenze atmosferiche in osservazioni ad alta risoluzione) o più semplicemente piccole biglie di metallo poste ad opportuna distanza.

I vantaggi nell'uso di questo metodo sono diversi:

  1. assenza di movimento dell'oggetto, dal momento che sulla sua piccola superficie vengono riflessi i raggi del sole in qualunque posizione si trovi, purchè dalla stessa parte dell'osservatore rispetto alla sfera.
  2. possibilità di effettuare test e calibrazioni sull'ottica anche in pieno giorno.
  3. possibilità di utilizzo anche con cielo parzialmente nuvoloso o velato.
  4. possibilità di utilizzo con qualunque fonte luminosa, con le opportune condizioni, quindi anche in laboratorio.
  5. buon contrasto con il fondo.
  6. costo estremamente ridotto (1euro...)

 

 

 

Il grafico rappresenta le condizioni sul raggio della sfera e sulla distanza dal telescopio per soddisfare la richiesta di raggi paralleli e sorgente puntiforme (telescopio di diametro 20cm)